Agenda Pastorale del 13 Dicembre 2025

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IL VANGELO DI DOMENICA

Domenica 14 Dicembre 2025

Terza di Avvento

Mt 11,2-11

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Parola del Signore



A cura di Madre Piera Opizzi

La gioia non dovrebbe essere di casa tra i cristiani?
Mi torna alla mente l’invettiva di un celebre ateo contemporaneo: “Cristiani, vi odio per le vostre facce tristi. Non dovreste essere voi i portatori della buona novella?”
Certo, il nostro tempo ama il divertimento sfrenato e non sopporta le ombre che incombono sull’umanità. Ma il cristiano non dovrebbe essere nella gioia pur in mezzo alle sofferenze? Non è questo il messaggio della prima lettura di questa terza Domenica di Avvento?
“Dite agli smarriti di cuore: coraggio, non temete, il Signore viene a salvarvi, fuggiranno tristezza e pianto”.
E nel Vangelo di oggi Gesù annuncia a Giovanni Battista, che è in carcere, che ”la lieta notizia è annunciata ai poveri e beato chi non si scandalizza di me”.
Dunque le tribolazioni non sono in contraddizione con la gioia. C’è una speranza che ossigena l’anima anche nella sventura. Si può imprigionare il corpo, ma non l’anima.
C’è chi si dispera per piccole tribolazioni e c’è chi è sereno nelle grandi prove. Forse la nostra fede è ancora debole….
La fede è un cammino che dura tutta la vita, il Signore viene sempre, se glielo permettiamo, se ci lasciamo cercare.
Quando capiremo che la cosa più dolce e più tenera della nostra vita non è il valere, né l’apparire, né l’avere, ma stare alla presenza del Signore, come sentinelle che attendono l’aurora?

(Terza Domenica di Avvento, 14 Dicembre 2025. Vangelo di Matteo 11,2-11)

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Pubblicato da Redazione UPR

Staff comunicazioni web dell'Unità Pastorale di Rovato.